In questo periodo di difficoltà che attraversa l’intero pianeta e da cui la nostra Nazione sta faticosamente dimostrando di poter uscire anche al prezzo di grandi sacrifici e di sostenuti sforzi corali nell’ottica del ‘Sistema Paese’, le celebrazioni annuali del 4 ottobre in onore di San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, dal 1939 proclamati Patroni Speciali d’Italia, ci richiamano con forza agli straordinari messaggi universali di umanità, fratellanza, integrità, concordia, dedizione, equità, misura e solidarietà che queste Celesti figure hanno intimamente testimoniato con le loro esistenze e le loro opere. Una ricorrenza dedicata ai Santi Patroni Speciali d’Italia, che dal 1958 rende la data della memoria liturgica del Santo di Assisi solennità civile e dal 2005 ne allarga l’accezione celebrativa a giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse.

Parafrasando ciò che ebbe a dire San Giovanni Paolo II Papa sull’esempio imperituro consegnato alla storia e a tutti noi italiani da due veri araldi del Vangelo come ‘il Poverello d’Assisi’ e “la Santa del giglio, dottore della Chiesa”, ritengo che se ne debba assolutamente raccogliere il costante impegno nel rendersi autentici operatori di fraternità, concordia e armonia, sempre orientati ad esplorare tutto il possibile per farsene costruttori; per riportare la pace con il creato, con se stessi e con il prossimo, di cui tanto abbiamo bisogno.

Del resto, la diffusa anima religiosa della nostra Penisola rientra anch’essa – al pari della comune radice linguistica e dell’inestimabile patrimonio di espressioni artistiche che generano una koiné caratterizzante ante litteram la nostra essenza identitaria – tra i saldi riferimenti storici preesistenti su cui hanno poggiato le epiche vicende della nascita, dello sviluppo e del coronamento di quel tanto agognato progetto di unificazione geografica e collettiva di un’Italia finalmente Nazione, che ha tra i suoi Simboli il Milite Ignoto.

Proprio la sintesi tra le straordinarie cariche valoriali evocate dell’odierna solennità civile e dall’idealizzazione di sacrifici, sofferenze ed eroismi di tutte le generazioni di italiani nella Salma dell’Anonimo Combattente Caduto nella Grande Guerra – di cui celebriamo quest’anno il Centenario –, offrono al mondo con ‘le stellette’ rinnovato monito e sprone ad onorare al meglio l’impegno proprio dell’agire militare – per molti versi simile ad una ‘vocazione’ – e offrono a tutti gli italiani l’opportunità di ripercorrere in chiave contemporanea le tante straordinarie prove di coraggio, civiltà e volontà di rinascita di cui l’Italia si è già resa protagonista.